UNA PAROLA PER MILLE MUSICHE

La parola di gennaio: TRADIZIONE

Prossimo appuntamento: sabato 16 gennaio

Igor Stravinskij è indiscutibilmente uno dei più grandi compositori del Novecento. Vediamo alcuni dati per i quali il compositore può degnamente meritare questo aggettivo. Durante la sua lunga vita – muore a 89 anni – compone intorno a cento opere; vive in Russia, a Parigi, in Svizzera, in America e a Venezia. La sua vita, piena di tanti risvolti, caratterizza anche la sua opera che testimonia una grande diversità sia di stili, di temi che di costruzione organica. Rimane però sempre fedele a se stesso, non affiliandosi mai a nessuna scuola o corrente; il tratto della sua penna rimane sempre decifrabile.

Convenzionalmente la sua opera si divide in tre periodi, caratterizzati da tre stili molto diversi tra loro nei quali il compositore russo si addentra e si perfeziona – facendo sì che all’interno dell’universo stravinskiano si trovi un’infinita varietà. La musica del primo periodo russo è caratterizzata dalla dirompente forza tribale del mondo rurale russo e dalle sue figure grottesche, grossolane. Nel 1913 a Parigi, egli scandalizza le orecchie ben educate del pubblico francese con la premiere della Sagra della Primavera. Ancora del periodo russo sono qui da ricordare gli altri balletti commissionati dal potente impresario russo, Djaghilev: Uccello di Fuoco, Petrushka, Nozze. Dello stesso periodo sono da citare anche la musica per scena Renard, e il famoso L’histoire du soldat

Dopo il secondo periodo neoclassico, che ora tratteremo nel dettaglio, Stravinskij passa al suo terzo periodo, quello seriale. Nell’ultimo periodo della sua vita, Stravinskij si impossessa del lascito di Schönberg, cioè della tecnica dodecafonica, il quale viene poi portato a compimento nella pratica seriale. Questa ultima fase è caratterizzata anche dal crescente numero di composizioni aventi temi sacri, forse segno dell’introspezione di un uomo dell’Ottocento che cerca il proprio posto dopo la Seconda Guerra mondiale, quali Cantata, Canticum Sacrum, Requiem Canticles

Spettacolo Histoire du Soldat realizzato da la Filharmonie (ottobre 2020)

Il secondo periodo neoclassico è forse il più discusso e più complesso del compositore; si tratta anche del periodo più lungo, consistente tra il 1920-1950. Il compositore dei balletti barbareggianti si rivolge verso un passato più ordinato e sereno, quale il Sei- e Settecento. Qual è il suo scopo? La nostalgia e il rifiuto del confuso presente o la caricatura e la presa in giro? Spesso sono state queste le posizioni dei critici di Stravinskij, ma probabilmente egli non si ritroverebbe in nessuna di queste due categorie. 

No, Stravinskij non è nostalgico, egli

« è un contemporaneo. Vive nel suo tempo e non lo tradisce né con la nostalgia né con la speranza. La sua arte e la sua vita sono hic et nunc (Massimo Mila).

Sicuramente il suo è un rifiuto del Romanticismo – rifiuto condiviso con quasi tutti i compositori importanti del proprio tempo – visto come eccessivamente travolgente, e che pecca della psicologizzazione della musica. Dunque, Stravinskij si rivolge verso una musica più sobria, ordinata, gentile ma allo stesso tempo ricca di delizie: dal contrappunto, alla musica italiana del rinascimento, dalle danze e improvvisazioni strumentali barocche a Cajkovskij e Glinka. Tra gli altri compositori di riferimento ci saranno Bach, Händel, Hayden, Beethoven. Dopo la travolgente orchestrazione dei balletti russi di korsakoviana memoria, la scrittura si cristallizza e si prosciuga in pochi elementi chiari e ordinati; ma la ricercatezza della scrittura armonica fa eccezione a questa parsimonia dei mezzi musicali. Il gusto di Stravinskij dunque è, e rimane sempre novecentesco; usa frequentemente in questo periodo la politonalità, sovrapponendo due tonalità diverse contemporaneamente. Per capire e apprezzare questo tipo di scrittura più facilmente, le opere pianistiche neoclassiche come la Sonata o la Serenata in La sono esemplificative.  

Scenografie di Picasso per Pulcinella (1920)

Il suo volgersi verso il passato nasce dal suo amore per questa musica, e non dal volerla ironizzare. Egli, in seguito alla Rivoluzione d’ottobre del 1917 non torna più per tanto tempo in Russia. Cerca dunque una nuova strada ed intraprende così una titanica impresa intellettuale, per dirla con Mila, cioè quella di «voler impossessarsi, ricreandola e foggiandola in sé, della secolare tradizione che sostiene alle spalle, spesso a loro insaputa, i musicisti europei». Volgiamo lo sguardo così alla prima opera neoclassica. Sempre un balletto, sempre rappresentato a Parigi, sempre commissionato da Djaghilev, Pulcinella ha stupito e, una volta ancora, scandalizzato i contemporanei. Il compositore è stato criticato come manipolatore, opportunista, un pasticheur, mentre «la sua musica si alimentava solo di se stessa, in un gioco troppo intelligente di rifacimenti stilistici, secondo un atteggiamento storicistico più consono alla riflessione critica che non alla creazione artistica». (Mila)

«Pulcinella fu la mia scoperta del passato (…). Fu uno sguardo all’indietro, la prima di molte avventure amorose in quella direzione» – dice Stravinskij.

Il suo sguardo va dunque alla riesplorazione delle musiche napoletane di Pergolesi; Pulcinella è il connubio tra il Settecento – tradisce l’ensemble ristretta barocca e passi di Pergolesi mantenuti intatti – e il moderno, con le dissonanze e gli accenti spostati di Stravinskij e con le scene e coreografie di Picasso

Tante sono ancora le opere del periodo neoclassico tra le quali si può citare la Sinfonia di salmi, la Sinfonia in Do. Oedipus Rex, un’opera-oratorio che già nel titolo si richiama alla classicità, e tra le ultime di questo periodo, l’opera intitolata La carriera del libertino. Il neoclassicismo non è uno stile caro solo a Stravinskij; il suo stile influenza, più per quanto riguarda la struttura della forma, anche il compositore ungherese Bartók, mentre la scuola francese de ‘I sei’ sviluppano un neoclassicismo proprio. 

Dispiaciuta nel non poter approfondire in un unico articolo almeno qualche altra opera di Stravinskij, sono sicura che ciò accadrà ancora nel corso di questo anno 2021, anno in cui ricorderemo il 50esimo anniversario della scomparsa del grande compositore russo.

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